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Mantova Bikepacking 2017 (MN)

Bigiornaliera – Prima tappa: Fiorenzuola (PC) - Mantova (MN). Strade bianche e carraie per quanto più possibile nella Pianura Padana fino a raggiungere e seguire il Po nella sua golena attraverso panorami insoliti e desolati fino a raggiungere Mantova.
Seconda tappa: Mantova (MN) – Fiorenzuola (PC). Lungo il Mincio per diversi km per puntare poi su Sabbioneta (Patrimonio Unesco con Mantova) e poi Brescello (piazza dedicata a Don Camillo e Peppone), Colorno con la Reggia e poi lungo gli argini del Parma, Taro e Stirone.
Realizzato il 30SET/01OTT2017.

Reggia di Colorno (PR)

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  1. Informazioni tecniche Fiorenzuola - Mantova
  2. Informazioni tecniche Mantova - Fiorenzuola
  3. Altimetria + tabella di marcia Fiorenzuola - Mantova
  4. Altimetria + tabella di marcia Mantova - Fiorenzuola
  5. Informazioni turistiche
  6. Traccia su Google Earth – Google Maps Fiorenzuola - Mantova
  7. Traccia su Google Earth – Google Maps Mantova - Fiorenzuola
  8. Traccia GPS in formato .gpx Fiorenzuola - Mantova
  9. Traccia GPS in formato .gpx Mantova - Fiorenzuola

Galleria Immagini

La partenza da Fiorenzuola
Pansa Rasa
Dopo S.Rocco di Busseto
Verso Busseto
Busseto (PR)
Argine del Po a Zibello (PR)
In golena del Po
Lungo Po verso Casalmaggiore
In golena del Po
Lungo il Po
In golena del Po
Ristoro a Casalmaggiore
La nostra delegazione imolese
Ponte di Barche sull'Oglio
Incontri
Arrivo a Mantova
Palazzo Tè a Mantova
Piazza Sordello a Mantova
Lungo il Mincio
L'accampamento a Corte Chiara
Ponte di barche sul canale Navarolo
Incontri a Sabbioneta (MN)
Teatro Olimpico di Sabbioneta (MN)
Teatro Olimpico a Sabbioneta (MN)
Piazza di Brescello...
... con Don Camillo...
...e Peppone
Reggia di Colorno (PR)
Reggia di Colorno (PR)
I giardini della Reggia di Colorno

























 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno dopo… (commenti)

Pabli
Il nostro primo “Bikepacking” risale al 1994 con il “St Moritz – Madonna di Campiglio”, ma allora quel termine non esisteva neanche, così come la relativa attrezzatura, bastava mettersi tutto nello zaino e via.
Oggi il Bikepacking è definito come “un’avventura all’aperto che inizia dove finisce una normale gita in bicicletta: alla fine della strada asfaltata.”
E’ una filosofia su come affrontare un viaggio e dietro c’è un mondo, cosa si vuole fare, con che bici farlo, come allestirla per il trasporto dei materiali, quale attrezzatura da campeggio è più adatta, cosa si vuole visitare ecc. ecc.
Con queste premesse ogni viaggio, anche piccolo, parte da lontano, la sua preparazione e i suoi relativi dubbi fanno già parte di esso. E’ il piacere di scoprire cose nuove già prima di partire e ancora di più durante. Quel “…fatti non foste a viver come bruti ma…” stampato sulla nostra maglia rispecchia pienamente questo spirito

Com’è andata, all’andata.
Non poteva andare male, c’era troppa attesa per questa cosa. Tanto lavoro dietro, per la scelta del percorso da fare il più possibile fuoristrada e così è stato. Nuovi paesaggi, nuovi panorami, e non è necessario per forza fare ripide salite o difficili discese per vivere un’avventura, qui il gioco sono la navigazione e gli ostacoli. Vuoi che in 140 + 140 km di percorso fili tutto liscio? Impossibile, bisogna metterli sul conto e devo dire che il gruppo compatto ha reagito alla grande, anche alla tratta tra S.Daniele e Casalmaggiore dove nell’alveo del Po abbiamo dovuto superare cancelli in quantità industriali ma che alla fine ci hanno cementato ancora di più per la “leggerezza” con la quale li abbiamo superati.
Ne ho viste tante di cose che ho ancora la testa frullata, vi dirò quello che mi è piaciuto di più, a partire dai borghi storici della bassa, i paesaggi lungo il Po e l’Oglio con l’attraversamento sul ponte di barche, gli infiniti pioppeti, le strade bianche che nemmeno pensavo che qui esistessero ancora, la desolazione di paesaggi sconfinati senza incontrare nessuno, e poi Mantova, con il Palazzo Tè, lo struscio in centro visti come se fossimo UFO, Piazza Sordello, il Castello, il Lungomincio. Bello.
Ma ancora più bello è stato ritrovare la nostra delegazione imolese, vedere il Maraz arrivare in solitaria a buio inoltrato e quel tavolo da 22 che nonostante la stanchezza era ancora molto in forma verbalmente grazie a liquori, vissole, e gelato, e poi ancora rhum e sigaro in tenda… quelle serate da non perdere in cui non vuoi proprio andare a letto.

Com’è andata, al ritorno.
L’idillio non poteva proseguire anche oggi, una fine pioggerella ci accompagna lungo il Mincio con la sua immensa isola di fiori di loto che visto da lontano sembra più un “bardaneto”. Ancora pioggia a tratti fino a Sabbioneta dove incontriamo un figurante in costume medievale che ci accoglie con “o cavalieri erranti cosa fate nella mia cittadina con questi strani destrieri?”.
E poco più in là troviamo un gruppetto di donzelle sempre in costume con cui ci mischiamo. Una solerte turista ci fa notare che non centriamo nulla con loro al che il Maraz ha la risposta pronta:
“Signora ha visto cosa c’è scritto qua?” indicando sulla nostra maglia il “fatti non foste…” al che lei <ah, mi scusi>.
Proseguiamo la visita di Sabbioneta entrando nel Teatro Olimpico e ripartiamo alla volta di Brescello per la sosta pranzo in piazza del Municipio tra le statue di Don Camillo e Peppone.
Sotto l’acqua raggiungiamo Colorno per la visita della Reggia e dei suoi magnifici giardini.
Ora non ci restano che gli argini del Parma, del Taro e dello Stirone, quello più ricco di fauna dove abbiamo visto scoiattoli, colonie di aironi e cinghiali.
Usciti dallo Stirone sembra fatta ma con l’ottica di fare meno asfalto possibile la traccia ci porta in una carraia che l’agricolo ha pensato di zappare per circa 300 metri per motivi suoi e su cui Cesco con la fregola di arrivare si cimenta come un bufalo, spinge, sbuffa, supera la zolla, si impenna, l’abbassa, si alza e supera l’ostacolo con abile colpo di pedale, ne schiva un’altra a sinistra e poi una a destra, e poi si rimpenna e lui la riabbassa e poi…
“Porca Mad…..!!! villano di MERDA, che c…zo zappi fino a qua…” in sostanza ha perso i comandi.
A Castione Marchesi il Toro buca il sole è già tramontato, ma ce lo diciamo più volte, “a noi checcefrega, montiamo la tenda e dormiamo qua”.
Alle 20 siamo a Fiorenzuola, foto sotto il cartello e via a casa, la gamba gira ancora nonostante altri 140.
Non posso raccontarvi tutto, non me lo ricordo, ma di cagate ne ho sentite tante, credetemi e viaggiare con la tenda e il sacco a pelo sulla bici da un senso di libertà impagabile, sei fuori dalla routine, anche solo una notte vicino a casa.

Voti Percorso 4 - Paesaggio 4,2.

Nari
Un week end diverso dal solito senza le montagne a fare da contorno ma per me molto divertente, d'altronde avendo confidenza con il giro a Po del duo Paolo Passera/Luigi Piselli sapevo fin dalla partenza a cosa sarei andato incontro. Il fascino del Po a Casalmaggiore, il fiume Oglio con le sue anse e la vastità della campagna cremonese/mantovana hanno un fascino tutto particolare. L’unico rimpianto è non essere arrivati un’ora prima a Mantova, la città avrebbe meritato una visita più accurata. Da “mezza vigogna” sono arrivato a casa stanco ma la compagnia e tutte le cagate dette e ascoltate, in particolar modo quelle nel parco tenda dopo cena favorite anche dal famoso rhum del Toro, hanno addolcito i 280 km fatti in 2 giorni. Alla prossima.
Voto : percorso 4 e paesaggio 4
Ps: lo zio Piero ci faccia sapere se è ancora vivo!!!

Giusi
Non saprei dare un voto al paesaggio senza aggiungerlo alla compagnia. La compagnia merita un voto altissimo perché insieme è facile pedalare anche per 140 km e non essere stanchi.  E' bello ritrovare lungo la strada vecchi amici per condividere altri km raccontandosela.  E' bello vedere posti che ti fanno sentire come Olmo nel film '900. E' bello il senso di libertà' che provi, cancellando tutti i pensieri e riempiendoti di emozioni. Personalmente mi sono caricata moltissimo e anche nei giorni scorsi, ho sentito l'influenza di questa esperienza che da tanto aspettavo. Avrei tanto da raccontare, ma se ognuno di noi, ne fa un po’, un pezzo di storia salta fuori, ognuno a modo suo.  
Grazie tante zio Rasty per la disponibilità e assistenza e allo zio Piero per il supporto tecnico.
Quando la prossima?

Marco Roveroni (meteora)
Beh, era da tanto che pensavo di rifare un'uscita con i Tenaci, ma per vari motivi la cosa non era mai andata in porto. Questa volta se ne è presentata l'occasione, e ne siamo veramente contenti.
La prima giornata è corsa via tra argini con fondo erboso che non consentiva andature elevate e cancelli da superare, sui quali ognuno ha adottato la propria tecnica, pensando fosse la migliore.
Dopo il pranzo al "ristorante cinese" le strade sono diventate più scorrevoli e, alla faccia di quelli di Casalmaggiore che ci hanno detto: "voi a Mantova c'arrivate domani", siamo riusciti a completare il percorso prima che facesse buio. Da sottolineare l'importanza della cena e della colazione presso l'agriturismo, cosa che ci ha consentito di riposare un po' di più.
A proposito: il gelato è rimasto perché non mi avete avvertito, altrimenti col cavolo che ce ne sarebbe rimasto.
La seconda giornata non poteva essere migliore della prima, complici il meteo e la fatica (o male al sedere) accumulata al giorno precedente.
Si è snodata comunque su un bel percorso variegato, interrotto da ristori a pasticcerie e visite a piccoli paesi.
Cosa mi è piaciuto in particolare: ponti di barche, visite a Sabbioneta, soprattutto al teatro, a Brescello, a Mantova dove, sebbene fossimo già passati due volte, ci eravamo limitati alla piazza e a nient'altro.
Bellissimo quando la traccia ci ha portato davanti ai cancelli dell'Eridania, senza possibilità di proseguire, e siamo stati costretti ad inventarci una traccia nuova, tra barbabietole e campi arati, con Stefi con l'adrenalina a mille, perchè quando c'è da inventare strade nuove...
Cosa avrei evitato: pur di non fare chilometri di asfalto avrei azzardato il passaggio sulla passerella scivolosa per restare sulla traccia, ma non si può pretendere la perfezione, anche se Pabli a volte la rasenta.
Considerazione da persona esterna: un gruppo così numeroso deve essere molto affiatato per far sì che non ci siano attacchi di arterio in 280 km di pedalata, e voi lo siete.
Voti: paesaggio: la pianura non mi aiuta molto, anche se a volte è particolare; a qualcuno ha ricordato il film "900", a me ha ricordato "L'albero degli zoccoli", molto più palloso, ma la compagnia, le caxxate, il prestare parecchia attenzione ad un dialetto diverso per riuscire ad interpretare almeno il senso del discorso, hanno alzato il voto;
percorso: non avrei mai pensato di riuscire a pedalare per così tanti km su argini e strade ghiaiate; 4 a entrambi.
Avrei altre cose da scrivere ma mi fermo qui e concludo con un: Grazie per la compagnia!
P.S. Una volta accomiatatisi dagli ultimi temerari, i 4 dell'Oca Selvaggia o, molto più realisticamente dell'Ave Maria, hanno iniziato a pedalare su un drittone trafficato che non finiva mai. Così a Fontanelle, stanchi di ciò hanno leggermente allungato il tragitto, trovando anche il modo di fare ancora un po' di sterrato.

Cesco
Erano un paio di settimane o più che aspettavo questo weekend con la speranza che non piovesse, finalmente arriva la mail di conferma, si parte. Preparo la bici meglio che posso, cerco di non dimenticare niente seguendo le informazioni raccolte qua e là visto la mia inesperienza. Emozionato come un bambino mi presento in piscina, non vedo l’ora di partire. 7,15 foto di rito SI PARTE da qui a domenica sera è stato solo ed esclusivamente divertimento puro almeno per me. Sinceramente pensavo di fare più strade bianche e asfaltate invece il Pabli ha fatto un super lavorone ci ha fatto pedalare per lunghi tratti su carraie private trovando sempre l’uscita sulla rotta giusta “GRANDE Pabli”. Pedalare una bicicletta da 30 chili e forse più non è proprio una passeggiata soprattutto negli sterrati molto sconnessi, ma come al solito la compagnia e l’euforia di provare un nuovo tipo di avventura mi hanno spinto fino a casa. Personalmente penso sia una esperienza da ripetere magari con qualche aggiustatina qua e là ma da ripetere.
Un grosso complimento va alla GIUSY che è scesa dalla sua mtb elettrica e si è bevuta i 280 chilometri con una bici muscolare, un grosso grazie allo zio Piero per averci prestato il pulmino per l’assistenza e un grazie allo zio Rasty che lo ha guidato.
Voto: 3,70 il percorso
Voto: 4 il paesaggio
Voto: 5 tutti i paesi e città che abbiamo attraversato
PS: dimenticavo le vissole e le bottiglie di bianco dello zio Piero doppio grazie.
GRAN BEL FINE SETTIMANA GRAZIE A TUTTI E ALLA PROSSIMA.

Maraz
Ed eccoci qua....
Una settimana è servita per fare sì che il virtuale setaccio facesse il suo lavoro.
Quando torno da certe esperienze riverso tutto lì sopra, sopra a quel setaccio che con il passare dei minuti, poi delle ore e infine dei giorni, lascia passare sotto la stanchezza, i momenti duri, le gambe che fanno male, lo stomaco che si ribella a una alimentazione approssimativa, la testa che abbandona la volontà di pedalare, la pioggia, lieve e discreta compagna...
Passato tutto questo e altro che non ricordo, che quindi non merita di essere ricordato, rovescio tutto quello che il setaccio ha trattenuto sul tavolo, e osservo...
Così, senza nessun ordine di importanza, trovo un bel gruppo legato da un invisibile filo che lo tiene unito negli anni e nello scorrere di questi lega tra loro ragazzi di tutte le età.
Trovo amici che si mettono alla prova caricando oltre modo quel cavallo di ferro, con tanta attrezzatura che potrebbe bastare per un viaggio di mesi e mesi... e nulla importa se un furgone potrebbe portare tutto questo.
Ma non basta, portano anche rhum e vissole per tutti...
È lo spirito che conta, e lì c'è quello giusto.
Trovo amici che fanno ore di macchina per esserci, anche loro legati da quel filo invisibile.
Arrivo tardi, sabato sera, dopo alcune ore su una strada impensabile... Splendida ed emozionante. Con il cuore che in alcuni momenti sembrava voler uscire dal petto.
Trovo in stanza lo "zio Rasty" al quale sono legato da splendide esperienze, tra queste il balletto dei carabineros...
Trovo Claudio, che per un attimo fatico a riconoscere ma dopo poche parole scopro di conoscere già.
E poi Lorenzo, al quale, per motivi che non serve elencare, riservo stima e ammirazione. E che senza saperlo mi conferma che la volontà di una persona può spostare le montagne.
Scendo in sala cena, in quella che sembra una raccolta di quanto di più vintage ci sia, guardo tutti ormai seduti, e ritrovo un altro pensiero che spesso mi ha accompagnato nei viaggi.
Alla fine di una giornata più o meno dura, più o meno bella, lunga, triste o straordinaria come poche, alla fine di una giornata in bici, ti serve solo un tetto sotto al quale rifugiarti e una persona con la quale scambiare qualche parola...
Che dire, non è proprio mancato nulla di tutto questo...
Lungo o meno che sia stato, anche questo è stato un viaggio dove ci siamo conquistati un tetto e una persona con cui condividere…
Poi, una volta seduto, a quattro mani, lanciamo un enorme masso in uno specchio d'acqua.
Vedremo cosa ne tornerà, un'onda o uno tsunami... ma questa è tutta un'altra storia...
Grazie a tutti della compagnia.
Percorso 2 - Paesaggio 3.
I voti non sono critiche al presidente, ma una mera e personale considerazione.